mercoledì 30 aprile 2008
Da Kataweb il garante dice STOP alla pubblicazione
Stop alla pubblicazione degli elenchi con i dati dei contribuenti dal sito dell'Agenzia delle entrate e divieto ai giornali di utilizzare i dati reperiti on line. Questa la decisione presa dal Garante della privacy che ha svolto una prima valutazione sulla diffusione on line dei dati delle dichiarazioni dei redditi dei contribuenti a cura dell’Agenzia delle entrate. I dati con le dichiarazioni di tutti i contribuenti, con nome e cognome, erano stati resi disponibili nella mattina del 30 dall'Agenzia in seguito ad un provvedimento del direttore generale dell'Agenzia, nell'ambito della lotta all'evasione. Secondo il Garante “per tale forma di diffusione sussistono allo stato evidenti e rilevanti problemi di conformità con il quadro normativo in materia.” Per questo motivo oltre a stabilire l'immediato divieto all'ulteriore diffusione dei dati l'Autorità ha anche deciso di chiedere approfondimenti sulla vicenda all'Agenzia delle entrate.(30 aprile 2008)
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14 commenti:
Sono d'accordo con Rodotà, non c'era nulla di male a facilitare la consultazione di dati già pubblici. La legge lo prevedeva: i dati sono accessibili a chiunque ne faccia richiesta, presso gli uffici dell'agenzia o presso i comuni.
Hai usato le parole chiavi: "a richiesta". Il problema di Internet è stato che non c'era modo di monitorare chi visionasse quei dati. Non si è dovuto firmare alcun modulo per scaricare le informazioni dei propri vicini. Questa modalità di accesso non è appropriata.
@ Margherita
Non vedo dov'è il problema, chi ha scaricato i file ha lasciato il suo bell'indirizzo ip. Forse si poteva studiare un metodo di accesso con username e password, resta il fatto che i dati erano e rimangono tuttora pubblici:"Gli elenchi sono depositati per la durata di un anno, ai fini della consultazione da parte di chiunque, sia presso lo stesso ufficio delle imposte sia presso i comuni interessati."
con il passare del tempo mi sto sempre di più concincendo che sia stata fatta una cosa corretta. certo forse la modalità di consultazione è discutibile.
E allora perchè fu scatenato un polverone quando quei poveri dipendenti annoiati andarono a visionare i redditi di Prodi e altri personaggi famosi? Sono queste le incoerenze che non capisco. Quelle povere persone sono finite sotto processo e hanno pagato gli avvocati per scoprire, oggi, che avrebbero potuto semplicemente aspettare aprile 2008 per fare la stessa cosa, tanto non comportava conseguenze?
infatti sono state assolte.
gli avvocati gli saranno stati rimborsati
Guarda, margherita, che gli indirizzi IP sono variabili per la maggior parte delle connessioni, anche ADSL. Non c'è quindi modo di risalire all'identità del navigante.
Siamo l'unico paese al mondo che consente la visione di questi dati in maniera ANONIMA.
Guarda anonimo che anche se l'indirizzo Ip è variabile, si può risalire comunque all'identità della persona perché basta vedere l'orario di connessione. Non sentirti troppo anonimo, i provider sanno chi sei quando navighi e così le autorità che fanno una richiesta motivata dei tabulati di connessione. Quanto al fatto di chi ha spiato Prodi, era un accesso abusivo all'anagrafe tributaria, che riporta tutto (beni, patrimonio, ecc.) non solo il dato dell'imponibile annuo; cosa che peraltro era pubblica, soprattutto per i politici.
Aggiungo che i redditi dei parlamentari sono da un bel po' pubblici, ogni anno i giornali fanno le classifiche, questo articolo ad esempio è del 2004.
Io non sono un parlamentare, non sono un dirigente pubblico, non sono un personaggio famoso e non capisco perchè il mio reddito debba essere messo in piazza. Non siamo neanche sul set di un telefilm americano, o si? Dobbiamo sorridere? Siamo su Candid Camera?
@ Margherita
Non capisco, il tuo reddito era già pubblico, bastava andare al comune col tuo nome e cognome. Il fatto che tu sia "anche" consultabile online non sposta di una virgola la questione. Se lavori e paghi le tasse è anche motivo di orgoglio o no, dimostrare che tu paghi tutto ciò che c'è da pagare alla collettività? Be', forse è un problema culturale in fondo...mai chiedere ad un italiano quanto guadagna (anche perché in molti devono, stranamente, dimostrare che sono benestanti, forse perché la società ce lo impone?); eppoi Margherita, se non sei personaggio pubblico a chi vuoi che interessi quanto dichiari? Forse ad amici, colleghi e conoscenti (se sono impiccioni)...ma in fondo che te frega se sei a posto con la coscienza?
A dir la verità con la pubblicazione degli elenchi si è scoperto tutto il contrario. Gli scrocconi avranno vita difficile da oggi in poi. Per quello che mi riguarda non ho nulla da nascondere, il mio lavoro è onesto sia fiscalmente che intellettualmente. Ma non voglio essere costretta a giustificare quanto guadagno in una società dove il termine meritocrazia è scomparso dal vocabolario. Se si deve parlare di me, nel bene e nel male, non voglio che venga fatto con i miei numeri alla mano.
quello che è stato fatto è osceno, non rispetta il cittadino e per di più molti stanno cadendo nella trappola del trattamento illecito. tutto quelli che stanno mettendo al loro volta i dati online condividendo gli archivi stanno rischiando e non poco. se già la PA non era autorizzata il privato lo è ancor meno e sinceramente spero che moti utenti p2p siano denunciati
@ anonimo
Signor giudice quella mattina l'Agenzia delle Entrate mi ha permesso di avere questi dati, non vedo cosa ci sia di male se li ho lasciati sul pc, mica c'era scritto che dovevano essere cancellati, era un mio diritto consultarli, ho voluto CONDIVIDERE questo diritto con tutti. Il p2p è condivisione, quelli che andrebbero perseguiti sono gli imbecilli che stanno vendendo i file su ebay.
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