il Governo aumenta l'IVA al 20% sugli abbonamenti alle pay tv. Siete D'accordo ?

Se l'Alitalia si salva è mirito di Berlusconi ?

CHI é STATO IL PIU GRANDE PRESIDENTE DELLA ROMA ?

SALVA PREMIER APPROVATA. Secondo te è una legge Ad Berlusconam ?

Secondo Voi è giusto che del turco si sia dimesso da Presidente della Regione ?

Sparirà la Munnezza da Napoli?

L'Italia si qualificherà per i quarti di Euro 2008

è giusto concedere la grazia ad Anna Maria Franzoni?

è giusto intitolare una strada di Roma a Craxi, Fanfani, Berlinguer e Almirante ?

Sei daccordo con Veltroni di riaprire le porte alla SInistra e farli entrare nuovamente nella colazione

sei daccordo con la cosidetta tolleranza Zero?

A tuo avviso il Governo Ombra sarà veramente preso in considerazione da Berlusconi ?

Secondo è giusto espellere tutti i Rumeni dall'Italia ?

Secondo te verrà risolto il problema della sicurezza in Italia ?

Secondo voi quanto fatto dall'Agenzia delle Entrate è giusto

Secondo te chi vincerà lo scudetto ?

Sei soddisfatto della nuova squadra di Governo? dei Ministri nominati da Berlusconi?

Cosa ti piacerebbe che diventasse il sito del RedditoDelVicino ?

IL GARANTE SI E' ESPRESSO: ILLEGGITIMA LA PUBBLICAZIONE DEI DATI. QUINDI STOP DEFINITIVO CHE NE PENSATE

Secondo Te quale sarà la decisione del Garante della Privacy?

Nelle ultime ore sta prendendo piede l'idea di punire chiunque diffonda i dati che sono stati pubblicati anche se ne sono venuti a conoscenza in maniera lecita.

Navigando su più siti Internet sembrerebbe che i dipendenti di aziende a partecipazione pubblica (di proprietà dello stato) abbiano stipendi piu alti del 50/60% rispetto a stessi colleghi ma dipendenti di aziende private. ti sembra giusto ?

A seguito della verifica degli elenchi dei redditi cosa faresti se un tuo vicino fosse un evasore fiscale ?

Leggendo i giornali emerge che un contribuente su tre dichiara meno di 10.000 euro l'anno. che ne pensi

A seguito dell'invettiva di Beppe Grillo contro la pubblicazione degli elenchi e dopo aver letto che guadagna piu di 4 milioni di Euro, cosa ne pensi?

Avendo a disposizione le liste dei redditi chi cercheresti per primo

Sembra sia possibile una Class Action per richiedere tutti insieme circa 1000 euro di risarcimento

Dalla stampa apprendiamo che Visco aveva in mente di pubblicare gli elenchi a Gennaio. se lo avesse fatto, secondo voi, chi avrebbe vinto le elezioni ?

la nostra immagine, l'immagine del bel paese è rovinata all'estero ?

Visco sostiene che è stato un fatto di Democrazia . siete daccordo ?

secondo voi quanto la pubblicazione dei redditi da parte dell'agenzia delle Entrate che problemi potrebbe causare ?

Google

martedì 20 maggio 2008

Tolleranza Zero

Siete daccordo con la cosidetta tolleranza Zero ?

Veltroni apre nuovamente alla sinistra

siete daccordo ?
mirko maceri

martedì 13 maggio 2008

Per pubblicare i tuoi sondaggi scrivi a mirko.maceri@gmail.com

Mirko.maceri@gmail.com

giovedì 8 maggio 2008

Lista ministri del Governo

I MINISTRI DEL NUOVO GOVERNO Ministri con portafoglio Esteri: Franco Frattini; Interno: Roberto Maroni; Giustizia: Angelino Alfano; Economia: Giulio Tremonti; Difesa: Ignazio La Russa; Sviluppo economico: Claudio Scajola; Pubblica istruzione: Maria Stella Gelmini; Politiche agricole: Luca Zaia; Ambiente: Stefania Prestigiacomo; Infrastrutture: Altero Matteoli; Welfare: Maurizio Sacconi; Beni culturali: Sandro Bondi. Ministri senza portafoglioRiforme: Umberto Bossi; Semplificazione: Roberto Calderoli; Attuazione Programma: Gianfranco Rotondi; Politiche Comunitarie: Andrea Ronchi; Pari Opportunità: Mara Carfagna; Affari regionali: Raffaele Fitto; Politiche giovanili: Giorgia Meloni; Rapporti con parlamento: Elio Vito; Innovazione: Renato Brunetta.

mercoledì 7 maggio 2008

il Reddito del Vicino vi ringrazia

Ringraziamo tutti per la partecipazione cosi ampia a questo nostro blog sul tema dei redditi on line.

Questioni di privacy

Questioni di privacy
Come sottolinea Oreste Pollicino, docente di diritto dell’informazione in Bocconi, la tutela dei dati personali è una delle criticità della rete e la bufera sui dei dati fiscali online evidenzia la sensibilità al tema
Dimmi chi sei e ti dirò quanto guadagni. La recentissima decisione dell’Agenzia delle entrate di rendere disponibili online i dati fiscali degli italiani ha sollevato un vespaio. E mentre la Procura di Roma indaga su chi abbia dato il via alla diffusione e se sia ravvisabile la violazione di una qualche legge, gli animi si dividono tra chi loda l’iniziativa e chi teme per la propria privacy.
“La legge, con l'articolo 69 del Dpr numero 600 del 1973, prevede, ai fini della consultazione deglielenchi dei contribuenti, il loro deposito per la durata di un anno sia presso l'ufficio dell'amministrazione finanziaria, sia presso i comuni interessati. Vi è la possibilità per un singolo di richiedere al Comune informazioni circa la situazione fiscale di un’altra persona, ma al momento della richiesta il singolo deve poter essere identificato”, spiega Oreste Pollicino, docente di diritto dell’informazione e comunicazione alla Bocconi. “Questa normativa, non si pone specificatamente in contrasto con quella sulla privacy, condensata nel codice del 2003 e che riguarda i dati sensibili”.
La divulgazione in rete secondo le modalità dei giorni scorsi, secondo Pollicino, non sarebbe tuttavia in linea con la norma: “In questo caso, infatti, la pubblicità dei dati è stata fatta non dietro richiesta e consente a chiunque di accedere ai dati in forma anonima ed indiscriminata per un periodo di tempo illimitato. Il possibile conflitto con la normativa sulla privacy non risiede dunque nell’an della pubblicità dei dati fiscali ma nel quomodo del trattamento dei dati stessi”. Esistendo su carta ed essendo già accessibili, il problema dei dati fiscali risiede perciò nella modalità di trasmissione, motivo che ha spinto il garante della privacy a bloccarne la disponibilità online, giudicata non consona.
Affaire a parte, che l’utilizzo dei dati personali in rete sia argomento sensibile è dimostrato anche dai risultati della recente indagine fatta dall’Eurobarometro, secondo la quale il 64% dei cittadini europei sono preoccupati per la questione e ritengono che il proprio grado di consapevolezza in merito, e le informazioni disponibili, lascino ancora a desiderare. E se la grande maggioranza degli intervistati è d’accordo sul fatto che certe informazioni personali possano essere controllate per fini di sicurezza (es: quelle che riguardano i voli passeggeri), in Italia “il decreto Pisanu del 2005 ha già dato un giro di vite al trattamento dei dati internet, congelando fino al dicembre 2008 il tempo di detenzione dei dati da parte della pubblica sicurezza per ragioni collegate alla protezione da atti terroristici. Tempo di detenzione massimo che fino ad allora era stabilito in un massimo di 6 mesi dalla normativa sulla privacy del 2003”.
Ma la gestione della privacy, nel nostro come in altri paesi, è solo uno delle tanti aspetti critici quando si parla di rete globale. C’è poi la giurisdizione, particolarmente complicata in un ambiente senza confini fisici, se si escludono quelli di residenza dei server, e la differenza di legislazioni tra gli stati. Ed è qui che si gioca la partita tra Europa e Stati Uniti: “Il problema è globale e un’eventuale regolazione deve essere globale”, spiega il giurista della Bocconi. “Una legislazione a livello europeo non basta e l’Europa da sola può fare ben poco. Può solo spingere affinché le Nazioni Unite accolgano ciò che è stato proposto recentemente all’Internet global forum di Tunisi, ovvero una sorta di Bill of rights della rete. Gli Usa hanno però bocciato la richiesta”. Perché? “Perché detengono la maggior parte dei master root, ovvero delle vie di comunicazione attraverso le quali il nome di un dominio può essere attribuito a un sito internet”. All’eterna diatriba teorica sull’opportunità di mettere o meno paletti alla libertà del web, si aggiungono i motivi commerciali. Certo è, in ogni caso, che le varie legislazioni faticano a stare al passo di un mezzo che si evolve tanto rapidamente. “Il problema è il bilanciamento degli interessi e la difficoltà è continuare a tutelare i vecchi diritti attraverso i nuovi mezzi di espressione”.

Articolo di Andrea Celauro fonte http://www.viasarfatti25.unibocconi.it/notizia.php?idArt=1167

Redditi on line, Garante: “Modalità illegittima“

Conclusa l’istruttorio dell’Autorità Garante della Privacy in merito alla pubblicazione on-line dei redditi 2005 degli Italiani: la modalità usata è ileegittima.Il caso è nato dopo che tramite il sito web dell`Agenzia delle Entrate erano stati resi noti tutti i dati relativi alle dichiarazioni dei redditi dei contribuenti italiani. Secondo il Garante, l`Agenzia delle Entrate, «Dovrà quindi far cessare definitivamente l`indiscriminata consultabilità, tramite il sito, dei dati relativi alle dichiarazioni dei redditi per l`anno 2005». La decisione dell`Agenzia, spiega il Garante, contrasta con la normativa in materia. Innnanzi tutto perché il Dpr n. 600/1973 stabilisce che al direttore dell`Agenzia delle Entrate spetta solo il compito di fissare annualmente le modalità di formazione degli elenchi delle dichiarazioni dei redditi, non le modalità della loro pubblicazione, che rimangono prerogativa del legislatore.E attualmente, ricorda l`Autorità, la legge prevede unicamente la distribuzione degli elenchi delle dichiarazioni ai fini dell`imposta sui redditi ai soli uffici territoriali dell`Agenzia e la loro trasmissione ai soli comuni interessati e sempre con riferimento ai contribuenti residenti nei singoli ambiti territoriali. Sempre secondo il Garante, inoltre, l`inserimento dei dati in Internet, «Appare di per sé non proporzionato rispetto alla finalità della conoscibilità di questi dati». L`immissione in rete generalizzata e non protetta ha, tra l`altro, «dilatato senza limiti il periodo di conoscibilità di dati che la legge stabilisce invece in un anno. L`Autorità ha poi rilevato che non è stato chiesto al Garante il parere preventivo prescritto per legge». Da questa sentenza non viene toccato il diritto-dovere dei mezzi di informazione di rendere noti i dati delle posizioni di persone che, per il ruolo svolto, sono o possono essere di sicuro interesse pubblico, purché tali dati vengano estratti secondo le modalità attualmente previste dalla legge. Dovrà quindi, si legge sempre nella sentenza dell’Autorità, essere bloccata la diffusione su tutta la rete Internet delle dichiarazioni dei redditi, che se continuasse potrebber esporre a conseguenze di carattere civile e penale.E’ quindi illecita anche l`eventuale ulteriore diffusione dei dati dei contribuenti da parte di chiunque li abbia acquisiti, anche indirettamente, dal sito Internet dell`Agenzia. La Procura di Roma ha acquisito l`istruttoria del Garante e sulla base del documento e delle argomentazioni trattate si svilupperà l`indagine che potrebbe portare all`iscrizione nel registro degli indagati di chi ha autorizzato la pubblicazione in questione e che rischia quindi un procedimento per violazione della privacy. «Con la decisione odierna il Garante ha pienamente convalidato le nostre tesi e l`azione del Codacons finalizzata a far ottenere ai cittadini il risarcimento per la privacy violata - ha commentato il presidente del Codacons, Carlo Rienzi - Ora i cittadini possono proseguire nelle richieste di indennizzo». Soddisfatta anche l`Adoc che annuncia la nascita dell`Osservatorio per il monitoraggio «Dei siti web che, nonostante la delibera del Garante, permettono ancora il prelievo dei dati sensibili. Denunceremo alla Polizia Postale tali siti, chiedendone l`oscuramento e l`applicazione delle sanzioni previste dalla legge».

martedì 6 maggio 2008

Garante: illegittima la diffusione dei redditi on line

La modalità utilizzata dall'Agenzia delle entrate per diffondere i dati delle dichiarazioni dei redditi "è illegittima". E' quanto afferma l'Autorità Garante per la privacy che ha concluso l'istruttoria avviata sulla diffusione, tramite il sito web dell'Agenzia delle entrate, dei dati relativi alle dichiarazioni dei redditi dei contribuenti italiani.
L'Agenzia delle entrate, afferma il garante, "dovrà quindi far cessare definitivamente l'indiscriminata consultabilità, tramite il sito, dei dati relativi alle dichiarazioni dei redditi per l'anno 2005".
La decisione dell'Agenzia, spiega il Garante, "contrasta con la normativa in materia". In primo luogo, perché il Dpr n.600/1973 stabilisce che al direttore dell'Agenzia delle entrate "spetta solo il compito di fissare annualmente le modalità di formazione degli elenchi delle dichiarazioni dei redditi, non le modalità della loro pubblicazione, che rimangono prerogativa del legislatore". Attualmente, prosegue l'Autorità, "per le dichiarazioni ai fini dell'imposta sui redditi, la legge prevede unicamente la distribuzione degli elenchi ai soli uffici territoriali dell'Agenzia e la loro trasmissione ai soli comuni interessati e sempre con riferimento ai contribuenti residenti nei singoli ambiti territoriali".
L'inserimento dei dati in Internet, inoltre, secondo il Garante, "appare di per sé non proporzionato rispetto alla finalità della conoscibilità di questi dati". L'uso di uno strumento come Internet rende indispensabili rigorose garanzie a tutela dei cittadini".
L'immissione in rete generalizzata e non protetta dei dati di tutti i contribuenti italiani (non sono stati previsti "filtri" per la consultazione on line) da parte dell'Agenzia delle entrate, spiega il Garante, "ha comportato una serie di conseguenze: la centralizzazione della consultazione a livello nazionale ha consentito, in poche ore, a numerosissimi utenti, non solo in Italia ma in ogni parte del mondo, di accedere a innumerevoli dati, di estrarne copia, di formare archivi, modificare ed elaborare i dati stessi, di creare liste di profilazione e immettere ulteriormente dati in circolazione, ponendo a rischio la loro stessa esattezza".

Aiuti in Birmania

Tratto da ANSA.it
Birmania: giunta, si' ad aiuti
Croce Rossa, priorita' acqua e rifugi d'emergenza
(ANSA) - BANGKOK, 5 MAG - Le autorita' militari birmane hanno dato il permesso all'Onu di inviare aiuti di emergenza in Birmania, sconvolta dal ciclone Nargis. Lo ha detto un portavoce Onu a Bangkok. Intanto, secondo la Federazione internazionale della Croce rossa e della Mezzaluna rossa, che ha gia' sbloccato oltre 120mila euro per appoggiare l'intervento della Croce Rossa sul posto, le priorita' immediate dell'azione umanitaria in Birmania sono acqua pulita e rifugi di emergenza per gli sfollati.

AIUTI IN BIRMANIA

Redditodelvicino esprime solidarietà alla popolazione della Birmania colpita da questo tragico evento.
Mirko Maceri

lunedì 5 maggio 2008

Redditi online, il Fisco al Garante "Una questione di trasparenza"

IlROMA - ''Alla base della decisione l'applicazione della normativa sulla predisposizione e pubblicazione degli elenchi dei contribuenti e di quella del codice dell'amministrazione digitale. Un insieme di disposizioni che disegnano un quadro di trasparenza fiscale al quale l'Agenzia ha inteso attenersi''. Così, in sintesi, l'Agenzia delle entrate ha risposto alla richiesta di chiarimenti del Garante della privacy a proposito della pubblicazione su internet dei rediti dei contribuenti italiani. ''Il documento - prosegue il comunicato dell'Agenzia - ripercorre l'evoluzione delle norme che hanno regolato la pubblicità degli elenchi. E la norma, nell'attuale assetto dell'amministrazione finanziaria, attribuisce al Direttore dell'Agenzia la fissazione dei termini e delle modalita' per la formazione e la pubblicazione degli elenchi. Si tratta, dunque, di una valutazione amministrativa assunta dall'Agenzia delle Entrate nell'ambito della sua autonomia''. ''La forma di pubblicità dei dati reddituali prevista dal legislatore - spiega ancora la nota - consiste nella consultabilità dei dati da parte di chiunque. La ratio della norma è quella di favorire una forma di controllo diffuso da parte dei cittadini rispetto all'adempimento degli obblighi tributari. La scelta di Internet quale mezzo di comunicazione è stata fatta per adeguare i comportamenti dell'Agenzia a quanto stabilito dal Codice dell'amministrazione digitale varato nel 2005, che impone alla PA di utilizzare come strumento ordinario di fruibilità delle informazioni la modalità digitale".
"Il Codice - continua l'Agenzia - tra l'altro, impone alla PA l'uso delle nuove tecnologie per promuovere una maggiore partecipazione dei cittadini al processo democratico e per facilitare l'esercizio dei diritti politici e civili, sia individuali che collettivi, tra i quali si può inquadrare il diritto alla consultazione degli elenchi dei contribuenti. Si è ritenuto che le norme in materia di trattamento dei dati personali non precludano la diffusione dei dati reddituali tramite Internet, posto che la libera conoscibilità di essi da parte di chiunque è del tutto pacifica, come più volte affermato dallo stesso Garante''. ''La novità rispetto al passato - sottolinea quindi l'Agenzia delle Entrate - è rappresentata dal mezzo: Internet. Ma si tratta di una novità relativa in quanto occorre considerare come gli articoli abitualmente pubblicati dai giornali che riportano i dati reddituali dei contribuenti sono per lungo tempo liberamente consultabili sulla rete. In definitiva, la diffusione dei dati reddituali con modalità telematiche da parte dell'autorità pubblica costituisce un elemento di garanzia, trasparenza e affidabilita' dell'informazione''. Infine, l'Agenzia esprime ''piena fiducia nelle valutazioni del Garante della Privacy e della magistratura in relazione alle azioni intraprese a seguito della pubblicazione degli elenchi dei contribuenti on line. Piena collaborazione e' stata assicurata alla polizia postale che ha acquisito la documentazione relativa alla decisione dell'Agenzia di rendere consultabili gli elenchi tramite Internet''. (5 maggio 2008)

domenica 4 maggio 2008

Redditi on line, Codacons chiede maxi-risarcimento

ROMA - Il Codacons ha presentato una richiesta di risarcimento di 20 miliardi di euro al Pubblico Ministero di Roma che indaga sulla pubblicazione delle dichiarazioni dei redditi da parte dell'Agenzia delle Entrate. (4 maggio 2008)

Redditi online, l'ironia dei giornali esteri

Il New York Times parte dalla vicenda per raccontare di un Paese dove l'evasione fiscale regna sovrana
MILANO - La notizia della pubblicazione on line da parte dell'Agenzia delle entrate delle dichiarazioni dei redditi dei contribuenti italiani ha avuto una vasta eco nei giornali e nei siti web stranieri.
USA - «I ricchi pagano le tasse? L'Italia lo dice a tutti». Questo il titolo scelto dal principale quotidiano americano, il «New York Times» per raccontare la vicenda di un Paese dove «l'evasione fiscale è così diffusa che un padrone di casa spesso concorda con l'inquilino due cifre per l'affitto, quella reale e quella per la denuncia di locazione». «Ed è sorprendente che ambedue i contratti siano approvati dagli avvocati», precisa Ian Fisher corrispondente del quotidiano americano. Nell'articolo, il New York Times cita tra l'altro lo stilista Giorgio Armani e il comico Beppe Grillo, che ha definito «imbecilli» i promotori dell'iniziativa, che ha avuto un successo eccezionale, visti i contatti sul web.
FRANCIA - Il francese «Le Monde» considera invece che ai tifosi della Fiorentina saranno probabilmente andati per traverso i 22,4 milioni di euro di redditi denunciati da Christian Vieri, in testa alla classifica dei calciatori meglio retribuiti, dopo che giovedì la Fiorentina è uscita dalla Coppa Uefa per un rigore mancato «dal caro Bobo». Quanto al premier uscente Romano Prodi, continua il quotidiano, si dice che si sia infuriato per l'iniziativa. Insieme a quelle di altri Vip, le sue dichiarazione dei redditi erano infatti state sbirciate 128 volte da funzionari nel 2006. L'inchiesta si è chiusa con l'assoluzione dei dipendenti pubblici con cui si stabiliva che curiosare non è reato.
GRAN BRETAGNA - Il sogno degli italiani di sapere quanto guadagna il vicino di casa, il calciatore del cuore o il loro capo è diventato realtà mercoledì scorso è quanto scrive invece in sostanza il britannico «Guardian» raccontando lo scandalo.

Italia, redditi online, l’ironia di New York Times e Le Monde

“Do the Rich Pay Taxes? Italy Tells All - I ricchi pagano le tasse? L’Italia lo dice a tutti”. Questo il titolo scelto ieri da Ian Fischer del New York Times per raccontare la vicenda di una nazione, l’Italia, dove “l’evasione fiscale è così diffusa che un padrone di casa spesso concorda con l’inquilino due cifre per l’affitto, quella reale e quella per la denuncia di locazione”.Il quotidiano francese Le Monde scrive invece che ai tifosi della Fiorentina saranno probabilmente andati di traverso i 22,4 milioni di euro di reddito denunciati da Christian Vieri, in testa alla classifica dei calciatori meglio pagati, dopo che giovedì la Fiorentina è uscita dalla Coppa Uefa per un rigore mancato dal “cher Bobo”.Quanto al premier uscente Romano Prodi, continua il quotidiano, sembra che questa storia lo abbia fatto infuriare. Già nel 2006 le sue dichiarazione dei redditi erano state sbirciate 128 volte da diversi funzionari. L’inchiesta si era chiusa con l’assoluzione dei dipendenti pubblici, stabilendo che curiosare non è reato.

FISCO/ REDDITO ONLINE, RICUCCI: "IO GUADAGNO MOLTO DI PIU'" (REP.)

Milano, 4 mag. (Apcom) - La pubblicazione online delle dichiarazioni dei redditi preoccupa l'immobiliarista Stefano Ricucci, che però ci tiene a precisare che, sommando i redditi delle sue società, guadagna molto di più di quanto diffuso in Rete. In un'intervista a La Repubblica Ricucci esprime le proprie preoccupazioni: "Questa cosa è incredibile e anche pericolosa. [...] I delinquenti possono andare a vedere: tizio guadagna questo, l'altro sta messo così. Ti prendono di mira, magari ti sequestrano. Ma che, siamo matti?".
"Io capisco - aggiunge Ricucci - che la dichiarazione dei redditi il Fisco deve metterla a disposizione delle autorità che la richiedono. Ma perché - si chiede l'immobiliarista - Mario Rossi o Antonio Bianchi devono sapere quanto guadagno io?". Ricucci, comunque, ci tiene a precisare che il suo reddito personale è di un milione e 320mila euro, "il mio guadagno da amministratore. Poi c'è quello dell'azienda. Chi non lavora non guadagna".
Per Stefano Ricucci la pubblicazione dei redditi "mi sembra una grave violazione della privacy", che però gli offre lo spunto per togliersi un sassolino dalle scarpe nei confronti dell'ex moglie Anna Falchi, che ha dichiarato guadagni per soli 3.808 euro: "Va bene così, no?! Meno male che Anna diceva che la ricca era lei".
Tratto da Virgilio Notizie

Guadagni messi in piazza È successo già cent’anni fa

«Ieri, alle ore 9, all’Ufficio finanze - via Omenoni 1 - sono stati esposti i ruoli della tassa di famiglia. Essi rimarranno a disposizione dei contribuenti per 20 giorni». È il 29 dicembre del 1909 e il Corriere della Sera pubblica «i risultati di un primo spoglio» dei 14 volumi che contengono l’elenco dei più ricchi di Milano. Non risulta che la cosa abbia sollevato scandalo. La tassa di famiglia era stata introdotta l’anno precedente dal Comune, nell’ambito di una profonda riforma tributaria che aveva determinato, tra l’altro, i valori locativi, il dazio sull’energia elettrica, la diminuzione del dazio sul gas, l’aumento dell’imposta per le aree fabbricabili. In Italia solo 40 comuni capoluoghi avevano già introdotto la tassa di famiglia; Roma riceveva il maggior gettito, 882mila lire, seguita da Firenze (499mila) e da Bologna (458). Si trattava di un’imposta «graduata in classi, applicata in ragione dell’agiatezza delle famiglie, desunta da redditi e proventi di qualunque natura», accertabile in modi diretti o indiretti, o desumibile dalle spese. Tempi primitivi: basti pensare che il principale metodo di accertamento indicato nel regolamento consisteva nel «chiamare a comparsa il contribuente». Cioè chiedergli conto, a voce, delle proprie condizioni. Esenti le famiglie con un reddito annuo netto complessivo inferiore alle 2.500 lire, mentre il primo scaglione, quello dei più abbienti, era riferito ai redditi dalle 100mila lire in su, ai quali era applicata «la tassa massima di 3.800 lire». In altre parole, la più alta fascia di ricchezza, peraltro approssimativamente accertata, era tassata al 3,8%: che regalo!I maggiori contribuenti, quelli sopra le 100mila lire, nel 1909 erano 117, con un gettito complessivo di 444.600 lire, e cioè quasi quanto l’intero gettito della tassa di famiglia di Bologna. E questo conferma l’opulenza che già allora si esprimeva a Milano.Ma chi erano le famiglie più ricche, cent’anni fa? Verrebbe da dire, con una battuta: le stesse di oggi, perché i nomi si sono perpetuati e la ricchezza stratificata. In primo luogo c’era l’antica nobiltà, l’aristocrazia terriera e immobiliare, con i Bagatti Valsecchi, i Borromeo, i Crespi, i Cicogna, i Crivelli, i Gallarati Scotti, i Durini, i Visconti di Modrone, i Serbelloni, i Litta Modigliani; nomi oggi legati anche a strade, palazzi, ville, musei. Poi, tanti protagonisti della nascente industria italiana: Gian Battista Pirelli (cavi e gomma), Giacomo Feltrinelli (legname), Ernesto Breda e Giorgio Enrico Falck (meccanica e siderurgia), Egidio e Pio Gavazzi, Giuseppe Frua, Edoardo Amman (industriali tessili). «Denunciavano» 100mila lire anche l’allora sindaco di Milano «marchese senatore» Ettore Ponti (dimessosi quello stesso anno in seguito a uno scandalo) ed Ettore Bocconi, secondogenito del fondatore della Rinascente. Nelle fasce di reddito successive si collocavano il direttore del Corriere della Sera , Luigi Albertini (60mila lire), Ausano Ramazzotti (72.200) nipote del creatore dell’Amaro, l’industriale della porcellana Augusto Richard (60mila), l’editore di musica Giulio Ricordi (60mila).Ma quanto valeva il denaro, cent’anni fa? Raffronti certi sono impossibili, perché redditi e potere d’acquisto hanno mutato profondamente la loro qualità. Ci è d’aiuto Luigi Einaudi, che dalle stesse colonne del Corriere s’interroga sulla «ricchezza privata in Italia». Dopo calcoli arditi conclude: «Se noi dividiamo i 61 miliardi di ricchezza tra i 34 milioni di cittadini (1908), si avrebbe la ricchezza media per ogni abitante in lire 1.800. Ripartita fra i 7 milioni di famiglie italiane, quella ricchezza darebbe per ciascuna un patrimonio medio di lire 8.700». Ma, sulla base delle denunce di successione, «si può supporre che siano soltanto 6.800.000 i possidenti sui 34 milioni di italiani viventi; e in tal caso la ricchezza media di ogni possidente italiano risulta di 8.900 lire».Più curioso è osservare che una scatola di pastiglie Valda valeva 1,5 lire, che lo stipendio del direttore dell’ufficio imposte e tasse del Comune di Genova era fissato in «lire 2mila aumentabili di un decimo per due quadrienni» o che la «Sirolina Roche» («catarri, tossi ostinate, influenza, scrofolosi») si comprava a 4 lire al flacone. Un abbonamento annuo al Corriere senza allegati costava 14 lire a Milano, 16 nel Regno, 34 per l’estero.

FABBISOGNO, 'ROSSO' DEI PRIMI 4 MESI A 31 MLD

ROMA - Primo campanello di allarme sulle entrate: ad aprile il fabbisogno del settore statale ha segnato un aumento di un miliardo rispetto allo stesso mese del 2007 e il Tesoro parla per la prima volta di "rallentamento delle entrate fiscali". I conti pubblici però continuano a tenere e il fabbisogno cumulato, quello relativo ai primi quattro mesi dell'anno, non solo è in calo rispetto all'analogo periodo del 2007 ma è anche il migliore risultato dal 2002. Da gennaio ad aprile il 'rosso' di cassa è stato di 31 miliardi di euro, inferiore di circa 2,7 miliardi rispetto ai 33,68 miliardi dello stesso periodo del 2006. Ma se si guarda al solo mese di aprile il deficit di cassa è risultato pari a 10.500 milioni, circa 1.000 in più rispetto ai 9.450 milioni di aprile 2007. Questa volta non è l'aumento delle spese a penalizzare il dato - spese che infatti restano "in linea" (come precisa il ministero dell'Economia) con le previsioni - ma sono le entrate. Il gettito, che per mesi ha galoppato con una crescita anche a due cifre mostra infatti i primi segni di rallentamento. Nel periodo gennaio-aprile d'altronde le entrate sono aumentate del 7%, come comunicato nei giorni scorsi, e il gettito strettamente fiscale ha segnato solo un +4%. Pesante il calo dell'Iva (-6%), proprio la tassa che gravando sui consumi fa da cartina di tornasole rispetto all'andamento dell'economia. Il fisco registra così i contraccolpi della congiuntura mondiale che hanno visto nelle ultime settimane la revisione al ribasso, da parte di tutti i principali istituti e enti internazionali, delle previsioni di crescita. Non solo per l'Italia. In molti scommettono che la crescita italiana quest'anno si fermerà intorno a mezzo punto percentuale e questo avrà ovvi riflessi anche sulla finanza pubblica. La questione relativa al rallentamento delle entrate fiscali non ha rilevanza solo per l'andamento dei conti pubblici. Molte sono infatti le attese per il bilancio di assestamento che verrà presentato a giugno. E' in quella sede che si potrà misurare se anche quest'anno si potrà contare su un 'tesoretto' da redistribuire. La detassazione degli straordinari e l'eliminazione dell'Ici sulla prima casa sono i primi impegni annunciati dalla nuova maggioranza per rafforzare il potere d'acquisto delle famiglie.
fonte ansa.it

Reddito italiani: sotto i 17mila euro annui vengono dichiarati dalla maggior parte dei contribuenti.

I contribuenti italiani hanno dichiarato nel 2004 un reddito medio complessivo di 16.784 €. Il 95% di essi (oltre 38 milioni in termini assoluti) ha dichiarato meno di 40mila € nello stesso anno. Sono questi alcuni dati sulle statistiche fiscali delle dichiarazioni dei redditi del 2004 presentate da circa 40,5 milioni di soggetti, più o meno il 70% della popolazione, forniti oggi dal ministero dell'Economia e delle Finanze.
Il reddito medio sale a 18.900 € se si escludono i soggetti con reddito inferiore alla soglia di esenzione minima di 3 mila € prevista dalla deduzione per la progressività dell'imposta. In rapporto al numero di famiglie, il reddito complessivo medio dichiarato sale, invece, a circa 31.500 €, grazie all'apporto sostanziale di più percettori di reddito. Secondo i dati del ministero, inoltre, guardando alla parte alta della distribuzione, meno di 700 mila italiani (1,7% dei contribuenti) dichiarava più di 70 mila € di reddito l'anno, e meno di 300 mila (0,7%) dichiaravano redditi superiori a 100 mila €.
Le tipologie di redditoPer quanto riguarda la tipologia di reddito, oltre l'85% dei contribuenti presentava redditi da lavoro dipendente (48% di contribuenti) o da pensione (37,5%), mentre solo il 5,7% aveva redditi da impresa, il 5,5% redditi da partecipazione e l'1,9% redditi da attività professionale. Inoltre, oltre il 79% del reddito complessivo (ossia la quota del reddito sul totale) derivava da lavoro dipendente (52%) e da pensione (27%).
Chi ha pagato l'impostaDegli oltre 40 milioni di soggetti con redditi Irpef nel 2004, infine, circa dieci milioni (il 26%) hanno un'imposta netta pari a zero. L'imposta dichiarata Irpef è dunque distribuita tra 29.776.789 soggetti. In media, l'incidenza dell'imposta netta sul reddito complessivo (e non il reddito imponibile) è pari al 18,3%. Il carico d'imposta è distribuito in maniera progressiva. il 90% dei contribuenti con redditi più bassi paga circa il 45% dell'imposta totale. Di converso, il 10% dei contribuenti più ricchi paga il 55% dell'imposta totale. Tra questi, i soggetti con oltre 100 mila € di reddito complessivo (0,7% dei contribuenti) dichiarano il 15,1% dell'imposta complessiva.
Nel 2004 l'Irpef ha costituito circa un terzo delle entrate tributarie della Pubblica Amministrazione. A partire da oggi il ministero dell'Economia e delle Finanze pubblicherà ogni anno on line statistiche più ampie e dettagliate sulle dichiarazioni Irpef, Ires, Iva e Irap relative agli anni di imposta precedenti (http://www.finanze.it/). Il primo aggiornamento riguarda, appunto, proprio le dichiarazioni presentate nel 2005 e relative al 2004.
fonte businessonline.it

Redditi online: Violazione della Privacy

ROMA (3 maggio) - La Procura di Roma ha aperto un fascicolo sul caso della pubblicazione online da parte dell'Agenzia delle Entrate dei redditi dei contribuenti italiani del 2005. Il procuratore aggiunto, Franco Ionta, procede per il reato di violazione della privacy. Obiettivo dell'indagine è verificare se la pubblicazione dei dati possa aver creato pregiudizio per i contribuenti. Ieri le associazioni dei consumatori si erano scatenate contro la decisione dell'Agenzia delle Entrate. Il Codacons ha presentato una denuncia contro il viceministro per l'Economia, Vincenzo Visco presso 104 Procure della Repubblica «per violazione della legge sulla privacy». Il viceministro dell'economia potrebbe essere sentito dagli inquirenti. La decisione di convocare Visco alla Procura di Roma potrebbe scaturire dall'esito dell'esame della documentazione dell'Agenzia delle Entrate. Secondo la Procura è vero che l'accessibilità dei dati è regolamentata dalle norme, ma la loro pubblicazione in modo indiscriminato, e alla mercè di chiunque, non sarebbe consentita e potrebbe causare dei problemi ai titolari dei 730 e dei 740. Il procuratore aggiunto Ionta vuole identificare chi abbia disposto la messa in rete dei dati e ricostruire tutti i passaggi della decisione che, a detta del viceministro Vincenzo Visco, è stata presa in applicazione della legge. Gli accertamenti sono stati affidati alla polizia postale. La prossima settimana l'Agenzia delle Entrate fornirà risposte alla richiesta di delucidazioni, fatta dal Garante della Privacy. I dati, bloccati sul sito dell'Agenzia, continuano a circolare sul web su siti di condivisione file come eMule. Sarà sentito anche il direttore dell'Agenzia delle Entrate, Massimo Romano. Tutti coloro che hanno avuto a che fare con le liste, dunque anche il direttore, saranno successivamente sentiti in qualità di persone informate sui fatti, con l'obiettivo di capire come e da chi è stata disposta la pubblicazione. Una volta raccolte le testimonianze, la polizia postale invierà un rapporto alla procura di Roma e spetterà poi ai magistrati definire se indagare qualcuno - al momento il fascicolo è contro ignoti - e se procedere ad eventuali sequestri di materiale e di attrezzature tecniche.

Redditi sul web: la procura di Roma apre un fascicolo

Il reato ipotizzato è la violazione dell'art.167 della legge sulla privacy che punisce il trattamento illecito dei dati personali
Il procuratore aggiunto della capitale Franco Ionta sabato 3 maggio ha aperto un'inchiesta in relazione alla pubblicazione su internet degli elenchi delle denunce dei redditi degli italiani. Il reato ipotizzato è la violazione dell'art.167 della legge sulla privacy che punisce il trattamento illecito dei dati personali. Secondo il magistrato, la divulgazione ha determinato un'esposizione a rischio delle persone; sotto accusa sono, quindi, le modalità - in maniera indiscriminata - con cui sono state diffuse le informazioni.
L'apertura del fascicolo è stata un'iniziativa autonoma del procuratore aggiunto Ionta che è a capo del pool dei pm che si occupano delle intereferenze illecite nella vita privita. L'indagine, per il momento contro ignoti, mira ad accertare l'eventuale illiceità della decisione di pubblicare integralmente e senza selezione, i dati sulle singole denunce dei redditi.
Il direttore delle Entrate dalla polizia postale. Anche il direttore dell'Agenzia delle Entrate, Massimo Romano, sarà sentito nelle prossime ore dagli uomini della polizia postale in conseguenza dell'apertura da parte della procura di Roma di un fascicolo per violazione della privacy dopo la pubblicazione su internet delle dichiarazioni dei redditi degli italiani.L'ordine di esecuzione firmato dal procuratore aggiunto Franco Ionta, con cui si chiede di acquisire tutta la documentazione relativa alla pubblicazione dei dati, è già stato trasmesso alla polizia postale, che in queste ore sta rintracciando i dipendenti e i funzionari dell'Agenzia. Il primo passo investigativo, infatti, sarà quello dell'identificazione di tutte le persone che in qualche modo hanno avuto a che fare con la pubblicazione delle liste. E tutti, dunque anche il direttore, saranno successivamente sentiti in qualità di persone informate sui fatti, con l'obiettivo di capire come e da chi è stata disposta la pubblicazione. Una volta raccolte le testimonianze, la polizia postale invierà un rapporto alla procura di Roma e spetterà poi ai magistrati definire se indagare qualcuno - al momento il fascicolo è contro ignoti - e se procedere ad eventuali sequestri di materiale e di attrezzature tecniche.
Carcere per chi usa i dati in modo improprio. Sarà perseguito penalmente e rischia anche la galera chi userà i dati relativi alle dichiarazioni dei redditi sottratti dal sito dell'Agenzia delle Entrate facendone un uso improprio. È quanto assicurano gli investigatori che si stanno occupando della «fuga» delle denunce pubblicate su Internet. Si tratta di una violazione gravissima, assicurano, che riguarda anche chi trasferisce dati all'estero, espressamente vietati dalla legge sulla privacy, per non parlare di chi si scambia i dati con il sistema peer-to-peer. L'articolo 167 della legge, quello che sanziona il trattamento illecito dei dati, al comma 2 recita: «Salvo che il fatto non costituisca più grave reato, chiunque, al fine di trarne per sè o per altri profitto o di recare ad altri un danno, procede al trattamento di dati personali in violazione di quanto disposto, è punito, se dal fatto deriva nocumento, con la reclusione da uno a tre anni».
Cnr, impossibile rimuovere i dati dalla Rete. Una volta pubblicati in rete, la «rimozione» assoluta di file di testo, immagini o video che siano, di fatto «è praticamente impossibile». Perchè il diritto all'oblio, sul web, non esiste«. Gli esperti dell'Istituto di informatica e telematica del Cnr di Pisa hanno le idee chiare sul »pasticciaccio« della divulgazione dei redditi degli italiani: bisognava pensarci bene prima, una volta messi in rete il »danno« (se di danno è corretto parlare) è fatto.Il perché è presto spiegato: l'Agenzia delle entrate può essere stata tempestiva quanto si vuole, dopo le sollecitazioni del Garante della privacy, a oscurare i 730, ma questo non ha certo impedito a qualcuno (probabilmente a molti) dei tantissimi curiosi che nelle ore della pubblicazione li hanno consultati di passare, raccogliere i dati e metterli da qualche altra parte, per lo più nel circuito alternativo - e frequentatissimo - del peer-to-peer.Morale: i dati cancellati ci sono ancora, basta un pò di sana confidenza con il browser per trovarli. E c'è anche un pericolo supplementare, di cui pochi finora sembrano preoccuparsi: »e se qualcuno, nell'appropriarsi dei dati - dicono al Cnr - li modificasse? Se quelle che in queste ore si reperiscono sul web fossero dichiarazioni ritoccate ad arte? Leggere i dati sul sito dell'Agenzia delle entrate almeno era una garanzia di credibilità. Tanto più importante vista la delicatezza della materia«.In certi casi, spiegano le stesse fonti, in parte degli utenti di internet sembra scattare anche una sorta di meccanismo di »ripicca«: più si parla di cancellazione, più lievita la voglia di aggirarla. Gli esempi, illustri, non mancano: le foto osè della nuotatrice Laure Manadou sono tuttora linkabili un po' ovunque. Ed è tutt'altro che impossibile godersi il filmato del top manager Telecom che in una convention citava Waterloo come «il capolavoro di Napoleone» e che YouTube, su richiesta della stessa azienda, aveva rimosso.Ci sono dei siti che, periodicamente, memorizzano le pagine ad una certa data, rendendole consultabili per sempre, e qualcosa del genere accade con la cosiddetta memoria cache dei motori di ricerca. Le "gogne elettroniche", insomma, non hanno confini.
Martedì riunione del Garante della privacy. È fissata per martedì 6 maggio la riunione del Garante della privacy dedicata alle dichiarazioni dei redditi finite sul web. Francesco Pizzetti, ha chiesto all'Agenzia delle entrate una relazione completa per lunedì 5 maggio sul come e perchè sia nata l'iniziativa di pubblicare i 730 degli italiani. Mentre ieri era stato la stesso Garante ad ammettere che un volta finiti nella Rete i dati erano divenuti ingovernabili.
ilsole24ore.com

Redditi: il mercato nero dei 730, l'ira della Finanza e Visco finisce in procura

Nel giorno in cui la procura di Roma apre un’inchiesta per violazione della privacy e fa sapere che sarà perseguito (rischiando tre anni di carcere) chiunque userà i dati relativi alle dichiarazioni dei redditi sottratti dal sito dell’Agenzia delle Entrate «facendone un uso proprio», esplode l’ira della Guardia di finanza. Dopo il durissimo affondo dell’ex comandante generale Roberto Speciale, tocca al Cocer della Gdf attaccare Vincenzo Visco per la divulgazione on line degli elenchi dei contribuenti. Se Speciale si era soffermato sulla denuncia-flop del viceministro dell’Economia per gli accessi all’anagrafe tributaria finalizzati a spiare i redditi dei coniugi Prodi, «denuncia fatta nella convinzione che dietro ci fossero i miei finanzieri», il Cocer delle Fiamme gialle va oltre. Sollevando tre questioni: la follia della pubblicazione di dati sensibili, l’asse di ferro tra gli uffici di via XX Settembre e l’Agenzia delle entrate, la strisciante campagna ordita dal governo per incastrare 28 colleghi sospettati d’aver fatto le pulci al premier, finanzieri perquisiti, indagati, interrogati, sospesi dal servizio, sottoposti a procedimenti disciplinari. E alla fine, prosciolti perché il fatto non sussiste.Tra i delegati del Cocer dei baschi verdi, non tira una bella aria. Il primo a sparare bordate è il «sindacalista» Salvatore Trinks: «Le iniziative di Visco si commentano da sole, specie da quando ha stretto un patto d’acciaio con l’Agenzia delle entrate», diventata una sorta di braccio armato del viceministro. «Visco e l’Agenzia sono legate da un ferreo cordone ombelicale», e i segnali più inquietanti si sono appalesati «allorché la Gdf venne incredibilmente tagliata fuori dagli accertamenti sugli intestatari italiani dei conti correnti in Liechtenstein». Ma c’è di più. «Tantissimi colleghi sono stati rovinati dalla caccia alle streghe scatenata da Visco. Mesi e mesi d’inferno, per accertare che i finanzieri avevano svolto accertamenti su Prodi solo perché sollecitati da qualche Procura. Il paradosso è che Visco accusava noi di aver curiosato in una banca dati che lo stesso Visco, oggi, dice essere di dominio pubblico. Una follia». All’interno del Cocer la sortita del viceministro sui redditi nel web è considerata uno «shock», proprio perché lo stesso rappresentante del governo un anno e mezzo fa invocava le manette per i militari infedeli. «Ha trasformato il Paese in 56 milioni di finanzieri, con l’aggravante che oltre alle cifre stavolta è diventato pubblico anche il domicilio». Salvatore Scino, figura storica del Cocer, insiste: «Chi ripagherà ora delle indicibili sofferenze quei militari finiti nei guai per fatti rivelatisi inesistenti e che hanno speso migliaia di euro in avvocati? Visco ha smentito se stesso con una semplicità disarmante, dovrebbe mettersi una mano sulla coscienza e chiedere almeno scusa ai finanzieri e ai cittadini. Alla notizia delle pubblicazione degli elenchi - continua Scino - non credevamo fosse vero. In nessun Paese al mondo succede una cosa così, è un’assurdità. Per noi che di questa materia ne mastichiamo più di chiunque altro, la pubblicazione indiscriminata rappresenta un irragionevole controsenso. Ma di più è inutile dire. Questo governo ci ha dato solo schiaffi in faccia, e la decisione di divulgare i redditi di tutti è uno schiaffo agli italiani». Un altro delegato Cocer, Maurizio Dori, si dice a dir poco «allarmato» per la diffusione dei redditi su internet: «Si parla di privacy ma la normativa andrebbe rispettata davvero. Sono un garantista per natura, e sarebbe stato meglio che il viceministro avesse pensato a focalizzare la sua attenzione su chi froda il fisco anziché pubblicizzare, indiscriminatamente, i nomi dei contribuenti. Nella Finanza c’è sconcerto e imbarazzo per quest’ultimo fatto, da più parti definito increscioso. Speriamo che Tremonti riporti un po’ di serenità e che fatti come questi non accadano mai più». Nel frattempo la Procura di Roma ha aperto un fascicolo per «violazione della privacy» partendo dal presupposto che la pubblicazione di dati, anche non sensibili, va sottoposta comunque a tutela per non esporre a inutili rischi i contribuenti. La divulgazione indiscriminata dei dati potrebbe causare problemi seri ai titolari dei 730 e dei 740. Il pm Ionta ha deciso di ascoltare nelle prossime ore il direttore dell’Agenzia delle entrate, Massimo Romano, e sta valutando se fare altrettanto con l’ex viceministro Visco per identificare chi abbia ordinato, e seguendo quali linee guida, l’inserimento degli elenchi nello sterminato universo di internet. Solo dopo aver raccolto le testimonianze, ricostruita la catena di comando, esaminato il dossier della polizia postale, la Procura capitolina deciderà se iscrivere qualcuno sul registro degli indagati. Per la cronaca, qualora dovesse sfilare a palazzo di giustizia, Visco lo farà come persona informata sui fatti.

Redditi online, indaga la procura (1)

ROMA - La Procura di Roma ha aperto un fascicolo processuale nella vicenda riguardante le pubblicazioni on line dei redditi dei contribuenti italiani. Il procuratore aggiunto, Franco Ionta, procede per il reato di violazione della privacy.
L'OBIETTIVO - Obiettivo dell'indagine è verificare se la pubblicazione dei dati possa aver creato pregiudizio per i contribuenti. Venerdì il Codacons aveva annunciato l'invio di denuncie a 104 Procure italiane affinchè si indagasse sulla vicenda, chiamando in causa lo stesso viceministro dell'Economia, Vincenzo Visco. L’inchiesta, che tuttavia al momento è contro ignoti, è tesa anche ad accertare chi ha dato la disposizione ad agire in tal senso.
LA PROCEDURA - L'apertura del fascicolo comporta che anche il direttore dell'Agenzia delle Entrate, Massimo Romano, sarà sentito nelle prossime ore dagli uomini della polizia postale. Il primo passo investigativo, infatti, sarà quello dell'identificazione di tutte le persone che in qualche modo hanno avuto a che fare con la pubblicazione delle liste. E tutti, dunque anche il direttore, saranno successivamente sentiti in qualità di persone informate sui fatti, con l'obiettivo di capire come e da chi è stata disposta la pubblicazione. Una volta raccolte le testimonianze, la polizia postale invierà un rapporto alla procura di Roma e spetterà poi ai magistrati definire se indagare qualcuno e se procedere ad eventuali sequestri di materiale e di attrezzature tecniche.
RISCHIO ARRESTO PER CHI USA I DATI - Le conseguenze giudiziarie potrebbero non essere limitate a chi ha diffuso i dati via web, sempre che sarà accertata l'esistenza di un reato. Sarà perseguito penalmente, rischiando anche la galera, chi userà i dati finiti in circolazione in modo improprio. È quanto assicurano gli investigatori che si stanno occupando della «fuga» delle denunce pubblicate su Internet. Si tratta di una violazione gravissima, evidenziano, che riguarda anche chi trasferisce dati all'estero, espressamente vietati dalla legge sulla privacy, per non parlare di chi si scambia i dati con il sistema peer-to-peer. L'articolo 167 della legge, quello che sanziona il trattamento illecito dei dati, al comma 2 recita: «Salvo che il fatto non costituisca più grave reato, chiunque, al fine di trarne per sè o per altri profitto o di recare ad altri un danno, procede al trattamento di dati personali in violazione di quanto disposto, è punito, se dal fatto deriva nocumento, con la reclusione da uno a tre anni».
MARTEDI' RIUNIONE DEL GARANTE - È stata intanto fissata per martedì 6 maggio la riunione del Garante della privacy dedicata alle dichiarazioni dei redditi finite sul web. Francesco Pizzetti, ha chiesto all'Agenzia delle entrate una relazione completa per lunedì 5 maggio sul come e perché sia nata l'iniziativa di pubblicare o dati fiscali degli italiani. Mentre venerdì era stato la stesso Garante ad ammettere che un volta finiti nella Rete i dati erano divenuti ingovernabili. corriere.it

Redditi on line, si muove la Procura (2)

ROMA - La Procura di Roma ha aperto un'inchiesta dopo la pubblicazione su internet degli elenchi delle denunce dei redditi degli italiani. Il reato ipotizzato è la violazione dell'articolo della legge sulla privacy che punisce il trattamento illecito dei dati personali. Secondo il magistrato Franco Ionta, la divulgazione ha determinato un'esposizione a rischio delle persone. Sotto accusa sono, quindi, le modalità - in maniera indiscriminata - con cui sono state diffuse le informazioni. Sotto accusa, insomma, il modo in cui sono stati pubblicati i dati. E' vero, infatti, che si tratta di dati la cui accessibilità è regolamentata dalle norme, ma la loro pubblicazione in modo indiscriminato non sarebbe consentita e potrebbe causare dei problemi ai titolari dei 730 e dei 740. Gli accertamenti sono stati affidati alla polizia postale e già nelle prossime ore dovrebbe essere acquisita, presso l'Agenzia delle Entrate, tutta la documentazione relativa alla pubblicazione dei dati. Il procuratore aggiunto Ionta, in particolare, vuole identificare chi abbia disposto la messa in rete dei dati e ricostruire tutti i passaggi della decisione che, a detta del viceministro Vincenzo Visco, è stata presa in applicazione della legge. Nello stesso tempo gli investigatori avvertono che sarà perseguito penalmente e rischia anche la galera chi userà i dati relativi alle dichiarazioni dei redditi facendone un uso improprio. Un avvertimento che rischia di avere scarse ricadute pratiche visto l'enorme numero di persone che hanno utilizzato i dati e la facilità di circolazione in Rete.
Nel frattempo il Garante della privacy stringe i tempi e fissa entro lunedì il termine ultimo in cui l'Agenzia delle Entrate dovrà chiarire il senso della decisione. Il giorno dopo, poi, ci sarà la riunione del Garante. Il tutto mentre i dati, immessi in Rete, sono ormai diventati ingovernabili. Ieri il Codacons aveva annunciato l'invio di denunce a 104 Procure italiane affinchè si indagasse sulla vicenda. (3 maggio 2008)

sabato 3 maggio 2008

TRATTO DAL "www.newsbox.it " CHE NE PENSATE ? - REDDITI ONLINE: E ADESSO QUALE PENA PER I COLPEVOLI?-

Ora delle due l'una: o si puniscono severamente i colpevoli oppure si elimina questa inutile legge sulla privacy che viene sbandierata solo quando fa comodo. Meglio entrambe le cose.
Redditi online, cominciano a piovere denunce e ora non si scherza piu'. Siamo il Paese che fa ridere il mondo con le leggi sulla privacy e all'improvviso qualcuno all'Agenzia delle Entrate si mette a giochicchiare col computer e scrive uno per uno i redditi 2005 di ogni italiota. C'e' da chiedersi quanto tempo avranno impiegato per elaborare questo pensiero 'intelligente' per non dire idiota, e quanto tempo c'e' voluto per inserire tutti quei dati. Ora fioccano le denunce, ma quale e' la pena per gli autori di tanta sfacciataggine? Se la vedra' il nuovo governo che se non sara' inflessibile (licenziamento in tronco nei confronti dei colpevoli, perche' no? cosi' si va a far danni da un'altra parte) dovra' vedersela con gli italiani inferociti e nudi di fronte alla verita'. Qualche buontempone ha osato pensare che rendendo pubblici i vizietti altrui, i malintenzionati sanno a chi rivolgersi per delinquere. Un pensiero piuttosto ingenuo perche' i malintenzionati non hanno certo bisogno di internet per sapere dove devono andare a malintenzionare. Nel frattempo il Codacons, associazione che tutela i consumatori, ha deciso di presentare una denuncia penale contro il viceministro dell'Economia Vincenzo Visco, presso 104 procure della Repubblica 'affinche' anche la magistratura apra delle indagini'. Ora delle due l'una: o si puniscono severamente i colpevoli oppure si elimina questa inutile legge sulla privacy che viene sbandierata solo quando fa comodo. Meglio entrambe le cose.
Il Giornale

venerdì 2 maggio 2008

Intervista all'amministratore del sito Web contro gli Evasori Fiscali

Ragazzi/e vorrei parlarvi del sito http://evasori.info/ L'autore è uno stimato professore d'informatica in un'università americana che ha sviluppato questa pagina web su base volontaria e senza scopo di lucro. La sua iniziativa ha anche avuto il giusto risalto grazie al giornalista Andrea Capocci dell'Espresso con l'articolo "I furbetti stanati dal web" (http://espresso.repubblica.it/dettaglio//2022054/ ). Ne ha parlato anche oggi il Messaggero ( http://www.ilmessaggero.it/articolo_app.php?id=6723 ). Evasori.info vi permette di segnalare evasioni o tentate evasioni fiscali in tutta Italia. Per la segnalazione non è richiesto comunicare i dati personali dell'evasore, ma la categoria professionale di appartenenza, l'importo dell'evasione e la zona in cui essa si è verificata. Grafici, statistiche e funzionalità interattive vi permettono di essere aggiornati in tempo reale sulle segnalazioni ricevute dal sito. Il sito sarebbe un efficace strumento di denuncia se solo la Finanza lo prendesse in considerazione, e fornisse periodicamente riscontro delle verifiche effettuate a seguito delle segnalazioni. Il riscontro da parte della Finanza aumenterebbe la fiducia dei cittadini in strumenti come questo e stimolerebbero gli evasori a comportarsi in maniera più onesta. A questo punto la pubblicazione degli elenchi previsti dalle vecchie leggi degli anni 70 non avrebbe più senso. Ma c'è anche un altro fatto. Se in Italia ci fosse la possibilità di scaricare dalle tasse una percentuale delle fatture emesse per i servizi alla persona, tutti i cittadini sarebbero invogliati a richiedere la fattura e a pagare le tasse. Per servizi alla persona intendo i lavori d'idraulica, di giardinaggio, il baby sitting, la pulizia delle case e tutti quei servizi che in alcun modo è possibile scaricare. Di seguito vi riporto la breve intervista che ho fatto al professore, per capire come gli è nata questa idea e quale idea si sta facendo della nostra Italia.

Quando ha avuto questa idea? Perché?

"Perchè mi spiace vedere che tanti Italiani truffino i loro concittadini e si giustifichino dando la colpa agli altri o ad enti vaghi come lo stato. Lo stato siamo noi. L'evasione lede tutti noi. E quindi dobbiamo far luce su questo fenomeno, stimolare un dibattito che porti tutti a rendersi conto che quando subiscono un'evasione non richiedendo lo scontrino, si rendono complici di una truffa a se stessi e tutti i concittadini."

Chi è l'utilizzatore "tipo" di questo sito?

"Un cittadino qualunque, ma soprattutto coloro che le tasse le pagano tutte, e quindi dovrebbero essere furiosi che altri le evadano, forzando i governi a far pagare di piu' i cittadini piu' deboli, e rendendo i servizi dello stato scadenti."

Quali sono gli obiettivi "personali" che vuole perseguire con questo sito?

"Se anche una persona su cinque esigesse SEMPRE lo scontrino o la ricevuta fiscale, le entrate dello stato aumenterebbero molto. E se quando uno ti dice "se vuoi la ricevuta mi devi pagare in piu' l'IVA" tu rispondessi che se te lo dice di nuovo tu chiami il 117, si comincerebbe forse a creare un po' di coscienza sociale sul fenomeno. Non posso sperare di piu'."

Perché i cittadini dovrebbero utilizzare evasori.info?

"Perche' se ci fosse meno evasione (perlomeno quella facile da prevenire esigendo la ricevuta fiscale), i servizi dello stato funzionerebbero meglio: piu' personale, migliori pensioni, meno code, etc. Se questa connessione diventasse piu' ovvia e apparente, ci comporteremmo diversamente rispetto all'evasore. Se uno ti ruba il portafoglio, gli corri dietro. Perche' allora non facciamo nulla quando, che so, l'avvocato ruba 1000 euro alla collettivita'? In pochi giorni su evasori.info sono stati segnalati 400 mila euro evasi, significa oltre 100 mila euro di entrate non versate all'erario. Con quei soldi si potrebbero assumere alcuni dipendenti statali precari, per esempio ricercatori universitari che altrimenti dovranno andare all'estero, oppure segretarie che lavorano a contratto da 20 anni in RAI per 1000 euro al mese."

Come mai si trova all'estero?

"Andai a fare il PhD alla University of California negli anni '90, poi conobbi mia moglie che e' americana e cosi' sono rimasto li'. Come professore universitario in USA, faccio il lavoro che mi piace e posso anche condurre una vita decorosa."

Si sente un "cervello in fuga" dall'Italia?

"In un certo senso si'. Devo molto all'Italia che mi ha dato un'ottima formazione nella laurea (che presi in un ottimo dipartmento e con un fantastico relatore). Cosi' mi sento un po' in colpa per essere emigrato. Forse anche per questo cerco di ridare qualcosa a questo paese con un progetto come evasori.info."

Tornerebbe in Italia?

"Sono contento di venire in Italia a trovare la mia famiglia, e anche occasionalmente per collaborare con colleghi italiani. Ci sono tanti ricercatori in Italia veramente bravissimi. Ma da quello che mi raccontano della situazione della ricerca, per ora credo che restero' in USA. "

Dichiarazioni del Garante della Privacy

Riportiamo di seguito l'articolo apparso sul Virgilio Notizie inerente le dichiarazioni del Garante della privacy Pizzetti.


Roma, 1 mag. (Apcom) - Il Garante per la Privacy Francesco Pizzetti spiega le sue ragioni il giorno dopo l'intervento per bloccare la pubblicazione, sul sito dell'Agenzia delle Entrate, dei dati sulle dichiarazioni dei redditi degli italiani. Intervistato dalla Stampa, chiarisce: "Abbiamo ritenuto di una estrema pericolosità la modalità di diffusione dei dati delle dichiarazioni dei redditi".
Il problema, spiega Pizzetti, è che "una volta in rete, questi dati possono finire nei motori di ricerca", quindi il dato diventa consultabile in modo "permanente" e da "chiunque, in qualsiasi parte del globo si trovi". Secondo il Garante "non ci sarebbero le stesse obiezioni per esempio, se, in epoca di amministrazione digitale, il cittadino potesse interrogare on-line, in forma protetta, per conoscere il reddito di un qualsiasi altro cittadino".
In definitiva, spiega Pizzetti in un'altra intervista al Messaggero, "dopo un'attenta istruttoria a noi pare che non sussistano le basi normative che consentissero al direttore dell'Agenzia di disporre questa modalità di pubblicazione dei dati".